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Restare umani in un mondo urbano.

2025-09-29 17:48

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Branding, Business e Strategia,

Restare umani in un mondo urbano.

Le persone non cercano solo un lavoro ma un posto dove sentire che valgono. Le Aziende non hanno bisogno solo di mercato ma di un motivo per esserci.

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La sfida invisibile del nostro tempo.
 

"Essere UMANO o essere URBANO?".
Suona come una scelta ma, in realtà, è una tensione costante, una dicotomia che dice molto del mio lavoro fatto di radici e visioni, identità e adattamento, territorio e vocazione… non una scelta ma una “lotta silenziosa e quotidiana… che ci attraversa tutti”.


“Essere UMANO”.

È il centro… il battito.
La verità nuda, con le sue emozioni, le sue paure, i suoi sogni non ancora raccontati.
Nel tuo lavoro, ma anche nel mio (tra coaching umanistico, ikigai, identità e storytelling), l’essere umano è il punto di partenza: è la voce che va ascoltata prima di qualsiasi strategia, il “perché” profondo che non si può disegnare su un canvas senza prima averlo incontrato guardandolo negli occhi.


“Essere URBANO”.

È il contesto… la cornice.
Il rumore, le intersezioni, le contaminazioni.
“Urbano” è ciò che accade fuori, nella velocità delle città, nelle regole del mercato, nei trend, nei social, nei negozi, negli showroom.

Nel mio (tuo) lavoro, l’essere urbano è il “campo da gioco”: quello in cui le identità devono saper stare in piedi, comunicare, posizionarsi, distinguersi… emergere (con la propria “proposta di gioco”, con le proprie individualità, lee proprie intuizioni).

È il luogo in cui l’umano si fa prodotto, servizio, narrazionericordo (impresso nella mente).


La professione come PONTE.


Tu stai in mezzo.
Costruisci (continuamente e naturalmente) ponti tra l’umano e l’urbano: aiuti l’uno a farsi capire dall’altro, aiuti l’umano ad abitare il mondo (urbano) senza perdere la sua essenza... aiuti l’urbano a non diventare sterile, mantenendo un “cuore pulsante” dentro ogni progetto, ogni brand, ogni luogo.


Le analogie:

  • Umano è l’identità. Urbano è il posizionamento;
  • Umano è il perché. Urbano è il come e il dove;
  • Umano è ascolto. Urbano è azione;
  • Umano è dialetto. Urbano è codice;
  • Umano è il cliente che ha un problema. Urbano è il mercato che ha bisogno di una risposta.


Per questo…

"Scritte sui muri che sembrano urlare e graffiti che vivono davanti ai miei occhi… frasi scritte veloci che, seppur incomplete, riesco a terminare, a capirne la portata e viverne il “trasporto emotivo”.


Troppo spesso penso di imparare più da tutto questo che dai telegiornali.
Il sentiment (s)corre per quelle tele ruvide e fredde, quelle strade imperfette… magari davanti a quel cinema abbandonato o quella Scuola dimenticata (ma occupata).

Lì ho capito che non basta più progettare… occorre avere il coraggio di guardare e ritrovare non un luogo (od un logo) ma la propria identità, consapevoli che il nostro lavoro non è quello di scegliere ma allenare l’umano a “sopravvivere” nell’urbano e, al tempo stesso, insegnare all’urbano “a ricordarsi di essere umano”

Navigare “tra i due”, interpretare con rispetto, coraggio e con una storia da raccontare.

E lo facciamo tutti, ciascuno con il proprio quotidiano e con il proprio lavoro… ogni giorno.
Non è forse così?!